Storia dei mazzi da divinazione (parte 2)

Come promesso nel precedente articolo dove iniziavamo la storia delle carte da divinazione con i tarocchi di Bologna; con questo arriveremo fino agli inizi del 1900.

L’ultimo mazzo che abbiamo analizzato è quello dei tarocchi di Parigi (inizi 1900). Ora proseguiremo fino ad arrivare ai tarocchi di Eliphas Lévi, passando per Etteilla, il primo vero “imprenditore” della cartomanzia professionale moderna.

I tarocchi di Flamand (1755)

Tarocchi Flamand

Dello stesso stile dei Tarocchi belgi di Vandenborre, derivano dal design italiano, francese e svizzero.

“Come in molte schede più vecchie, le carte seguono il modello Marsigliese ma sono invertiti specularmente, probabilmente per una questione di stampa.”

Le illustrazioni mostrano variazioni nelle carte delle sfere celesti e della La Torre, specialmente nelle carte del Papa e della Papessa; che sono state sostituite rispettivamente, dal dio Bacco e da uno spadaccino spagnolo. Queste due immagini papali sono state molto accusate per aver attaccato il dogma della chiesa. Così nel corso della storia sono state modificate più volte.

I tarocchi di Marsiglia (1860)

Tarocchi Marsiglia

È il modello tra le carte da divinazione che ha subito nella storia più modifiche costituendo un intero standard nel tarocchi. Ma è ancora il più utilizzato. Di “Marseille” (sud della Francia) è una delle più grandi aree di produzione di queste carte.

“Anche se relativamente moderno come stile (XVIII secolo) è volutamente medievale attraverso la raccolta di tradizioni e stili precedenti. La sua somiglianza con le finestre delle cattedrali è dovuta in parte  alla stessa simbologia. Queste carte sono state prodotte da stampi di legno. ”

 

I tarocchi della Corte di Gébelin (1781)

Tarocchi Gebelin

Segue la teoria di origine faraonica Gébelin; un colto e ricco massone che vuole comunicare con questo tra i mazzi da divinazione come i sacerdoti egizi conservano il ricordo del massacro dei fondamentalisti cristiani. Ma come mostrato nella foto il suo mazzo non è in stile egiziano. Infatti segue il modello delle carte da divinazione marsigliesi.

Un’altra ipotesi è che il mazzo viene creato intorno al numero sette, sacro per gli egiziani. Il numero degli Arcani Maggiori sono ventuno (tre volte sette), e gli arcani minori sono costituiti da quattordici lettere (due volte sette), e il numero totale di essi è settantasette (undici volte sette).

I tarocchi di Etteilla (1785)

Tarocchi Etteilla

Jean Baptiste Barber Alliette invertì il suo cognome per diventare l’occultista Etteilla.
Se i tarocchi erano stato fino a quel momento patrimonio di occultisti e studiosi, con Etteilla; dotato di grande doti comunicative e un pò di cultura generale esoterica, è divenuto popolare offrendo il servizio al “consumatore”.

Alliette raccolse le idee di Corte di Gebélin per poi adattarle all’uso commerciale come un mezzo di divinazione, in questo modo è riuscito a raccogliere una fortuna inestimabile.

Ha poi ricevuto dure critiche da Eliphas Levi, il quale riteneva che non doveva profanare le carte da divinazione per scopi mondani e utilitaristici. Tra i suoi seguaci Mlle Lenormand famosa esoterista francese.

I Tarocchi Soprafino (1835)

Tarocchi Soprafino

Probabilmente uno dei mazzi da divinazione più belli del XIX secolo, progettato da Ferdinando Gumppenberg e stampati da Carlo della Rocca, hanno dato origine a quelli che potrebbero essere oggi i classici Tarocchi italiani.

I Tarocchi di Eliphas Lévi (inizi 1900)

Tarocchi Levi

Alphonse Louis Constant ha iniziato le sue operazioni dirette verso la religione cattolica in un seminario, ma alla fine fu espulso a causa delle sue idee libertarie e sovversive contro la Chiesa e lo Stato, che lo portarono alla prigione. Eppure, pur non essendo mai stato eletto Abate, si autoproclamò indossando la tonaca. Infine, deluso dalla rigidità e dall’ipocrisia ecclesiastica passò definitivamente alla vita laica come Eliphas Lévi; (il suo nome tradotto in ebraico). E ‘stato definito come “artista, pittore, letterato, povero e amico dei poveri”.

Nel 1861 ha pubblicato la versione completa del suo libro “Dogma e Rituale dell’Alta Magia”; dopo il quale ha svolto azioni esoteriche di grande impatto. Per esempio, ha attribuito ad ognuno dei ventidue Arcani Maggiori le lettere dell’alfabeto ebraico. Si rese anche conto che ci sono una ventina di sentieri che collegano insieme le dieci Sefirot, che collegava anche ciascuno di questi percorsi con un tarocco di vittoria cabalistica all’Albero della Vita.


Con Eliphas Levi abbiamo concluso l’appuntamento di oggi. Vi aspettiamo la prossima settimana con la terza ed ultima parte dell’articolo. Concluderemo la storia dei mazzi da divinazione arrivando ai giorni nostri.

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